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Dipendenti del pubblico impiego: d’ora in poi saranno più facili i licenziamenti disciplinari

lentepubblica.it • 23 Gennaio 2015

Arriva anche la stretta sulle assenze per malattia. Un emendamento depositato al ddl di riforma della Pa introduce una riorganizzazione con controlli effettivi e attribuisce le competenze all’Inps.

Cambiano i procedimenti disciplinari per gli statali. È quanto prevede un emendamento del relatore, Giorgio Pagliari (Pd) al ddl Madia di riforma della pubblica amministrazione presentato ieri in Commissione Affari Costituzionali al Senato. Tra i criteri di delega che spetterà ai decreti attuativi tradurre in norme precettive, il governo ha fatto inserire un emendamento sull’introduzione “di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti finalizzate ad accelerare e rendere concreto l’esercizio dell’azione disciplinare”. L’obiettivo delle modifiche volute dal governo, dunque, è quello di rendere più facili sia i licenziamenti disciplinari che quelli per scarso rendimento (per i quali oggi si prevedono valutazioni e giudizi di inefficienza per almeno due anni).

Nella pubblica amministrazione «licenziare è già possibile, visto che su 6 mila procedimenti, un quarto si è chiuso con una sanzione grave come licenziamento o sospensione, noi adesso inseriamo un criterio di delega che vuole rafforzare la normativa, in modo che non ci siano piu’ blocchi al procedimento disciplinare», ha commentato il ministro Marianna Madia.

Di pari passo con la certezza dei tempi sui provvedimenti disciplinari, arriverà la stretta sulle assenze dei dipendenti pubblici per malattia: Pagliaro ha presentato anche un emendamento che riorganizza i controlli affidandoli all’Inps (oggi li effettua l’Asl), istituto al quale dovranno quindi essere trasferiti fondi attualmente versati alle regioni.
Altra novità riguarda i dirigenti: una proposta di modifica ad hoc fissa «il superamento degli automatismi nel percorso di carriera e la costruzione dello stesso in funzione degli esiti della valutazione». I curricula dei dirigenti saranno monitorati in una banca dati che sarà gestita dalla Funzione pubblica. In questo data base i manager pubblici dell’era del ruolo unico dovranno rendere pubblico il proprio profilo professionale e gli esiti della valutazione ricevuta per ciascun incarico.

Confermata l’abolizione dei segretari comunali, che confluiranno in un’apposita sezione a esaurimento del ruolo dei dirigenti degli enti locali, si salvano invece i direttori generali, nominabili, ai sensi del Tuel, al di fuori della dotazione organica e con contratto a tempo determinato, nei comuni sopra i 15 mila abitanti e nelle province. La mobilità dei dirigenti dovrà essere «semplificata e ampliata» e non solo nei passaggi da una p.a. all’altra, ma anche tra pubbliche amministrazioni e settore privato.

Infine i precari avranno una corsia preferenziale nei concorsi. Un emendamento del relatore prevede infatti che nelle procedure concorsuali venga valorizzata «l’esperienza professionale di coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le amministrazioni pubbliche, incluse le collaborazioni coordinate e continuative». La valutazione dei dipendenti pubblici sarà semplificata e, come per i dirigenti, sarà legata al merito. Dovranno essere sviluppati «sistemi distinti per la misurazione dei risultati raggiunti» dalla singola amministrazione e dal singolo lavoratore.

 

 

FONTE: Pensioni Oggi (www.pensionioggi.it)

AUTORE: Bernardo Diaz

 

 

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